Sulle nostre strade, come tutti sanno, ci sono limiti
di velocità atti alla sicurezza stradale e ad evitare il crearsi di situazioni
pericolose e conseguenti incidenti.
Detto che il problema non è il limite in sé ma la
normativa che vi è dietro, forse vecchia e un po’ inadeguata, e che quindi ne
implica l’applicabilità in base al tipo di strada, bisognerebbe capire se tali
limitazioni di velocità sono sempre sensate, e come mai i sistemi di
rilevamento vengono sempre posti in situazioni poco comprensibili ad una prima
analisi.
Iniziamo considerando a grandi linee la situazione
normativa attuale:
· -Autostrade:
limite 130 km/h
·
-Autostrade
con pioggia o tratti tortuosi 110 km/h
-Autostrade a
3 corsie con determinati requisiti in termini di sicurezza: possibilità di
innalzare il limite a 150 km/h (mai applicato)
·
-Strade
extraurbane principali (superstrade) 110 km/h
· -Strade
extraurbane principali (superstrade) con pioggia 90 km/h
·
-Strade
urbane a scorrimento veloce 70 km/h
·
-Centri
abitati 50 km/h o in qualche caso riduzione a 30 km/h per motivi di sicurezza
Vedremo di analizzare questo discorso da più punti di vista:
I limiti sono nella maggior parte dei casi molto vecchi nel
tempo, da più di 20 anni non vengono modificati, mentre le auto in tutto questo
periodo hanno avuto un’evoluzione in termini di sicurezza, stabilità e guida
che ha fatto passi da gigante. Capisco che innalzare i limiti di velocità è
sempre motivo di poter dire che aumenta il rischio di incidenti, perché una
gran parte della differenza la fa il “guidatore medio” e non solo l’auto, però
è pure vero che non si può sempre vedere una sola faccia della medaglia è c’è
da adeguarsi ai tempi ed alle esigenze pur accettando qualche rischio minimo.
Inoltre viaggiando una cosa che io trovo davvero pericolosa
e inutile è il continuo cambiamento di limite di velocità presente su alcune
strade (sia extraurbane che in autostrada). Forse la normativa non è chiara in
materia o forse non viene sempre applicata correttamente, però viaggiando
spesso mi accorgo che ci sono tratti in cui magari in autostrada il limite
passa continuamente da 130 a 110, poi nuovamente a 130, poi a 80, a volte anche
sfiora i 60 in presenza di un cantiere, per poi tornare ai 130 standard. Ora io
non voglio dire che non vi possano essere limiti adeguati a tratti anomali di
quel tipo di strada, ma che il limite ogni 3 km cambi (a volte anche ogni
qualche centinaio di metri) non va bene per vari motivi: il primo è che se uno
è concentrato a guidare non può continuamente leggere i cartelli dei limiti
(cosa anomala se la tipologia di strada su cui viaggia è sempre la stessa) solo
onde evitare di essere multato per eccesso di velocità; secondo se si viaggia
con una certa andatura e non c’è un motivo visibile per una diminuzione del
limite, ma ciò viene imposto dai cartelli segnaletici, si possono verificare
frenate improvvise, apparentemente immotivate, che in caso di traffico intenso
portano spesso a tamponamenti; terzo quando il limite in autostrada scende a 60
km/h per un cantiere in cui le corsie si spostano semplicemente verso destra,
ma mantengono comunque due corsie per senso di marcia divise sia tra loro che
dall’area in cui lavorano gli addetti al cantiere da guard rail di cemento, qual’è
il senso di tale limitazione? Visto che su strade statali comunissime in cui si
viaggia su stessa carreggiata a due sensi di marcia il limite è 90 km/h? I due
limiti sono incongruenti tra loro.
I controlli sui limiti di velocità sono sempre posti in
punti in cui servono o sono posti in punti in cui è più facile multare anche se
meno necessario? Sarà un caso ma quando si viaggia, non appena c’è un
abbassamento repentino del limite di velocità ecco spuntare l’autovelox! Giusto
o sbagliato? Sicuramente giusto controllare, il problema nasce dalla
disquisizione sul fatto per cui nascono i controlli: cioè per fare sicurezza.
Ciò ha senso se l’autovelox è posto su incroci pericolosi, centri abitati e
tratti stradali pericolosi; quando invece l’autovelox spunta in mezzo a
rettilinei deserti senza pericoli apparenti e in cui il limite è molto basso
rispetto al tipo di strada, la scelta del posizionamento appare alquanto anomala.
Inoltre mi capita spesso di vedere tratti autostradali in cui si effettua un
valico e, vista la presenza di qualche curva in più, il limite si abbassa
rispetto ai 130 canonici sia durante il tratto di salita che durante la discesa
seguente: chissà come mai l’autovelox è sempre in discesa dove un piccolo
superamento istantaneo del limite può accadere?! I controlli ben vengano, anzi
si spera che si diffondano ancora maggiormente soprattutto in formato “tutor”
che rileva la velocità media e non quella istantanea meno indicativa del
comportamento scorretto degli automobilisti (può capitare per motivi di
sicurezza o di un sorpasso di dover superare leggermente il limite per qualche
centinaio di metri), ma prima che ciò avvenga forse sarebbe giusto provvedere
ad un controllo ed eventuale adeguamento dei limiti di velocità sulle nostre
strade.
Infine una proposta un po’ provocatoria per spronare i
nostri lettori: attualmente alcune categorie di automezzi (soprattutto mezzi
pesanti) hanno limitazioni diverse da quelle delle normali autovetture. Proprio
al fine di favorire una maggiore “giustizia” nei limiti di velocità e nelle
sanzioni che ne scaturiscono, perché non voler vedere per una volta le cose
come sono realmente? Non mi si può dire che un’auto storica (e parlo da
appassionato e possessore di queste splendide vetture) a velocità autostradale
sia sicura e stabile come un’ipersportiva di ultima generazione. Perché allora
non adeguare i limiti in diverse categorie, in base alla tipologia di auto ed
alle loro doti dinamiche?